Stefano Lo Cicero

Biografia

Stefano Lo Cicero
di
Lilli Rizzo del Bosco

miscellanea darteDire di Stefano Lo Cicero è compito estremamente arduo per le molte sfaccettature che assume la sua Arte e per l'insondabilità del suo animo particolarmente fecondo. Il suo spirito creativo si manifesta infatti in diversi settori: dalla poesia al canto, dalla grafica alla pittura, alla scultura.
Viene istintivo chiedersi se siano state le bellezze naturali della mite borgata natìa di Vergine Maria all'Addaura – tra Palermo e Mondello – ad influenzare la sua propensione all'arte e si potrebbe dare una risposta affermativa a questo dubbio pensando che le suggestioni che gli venivano dai costoni a strapiombo del Montepellegrino, dall'amenità del luogo e dalla bellezza degli scorci che si ammirano da quel lembo di terra, possano averlo ispirato a dipingere; si potrebbe anche pensare che la varietà della costa, la morfologia degli scogli e l'effetto della luce del sole, che dal mare sorge e vi si rifrange, possano avergli suggerito di dedicarsi alla scultura, ma non si può proprio pensare che tutto ciò possa assurgere al ruolo di "musa ispiratrice" anche per ciò che concerne la sua vena poetica, le sue capacità canore, e le sue doti di autore di musiche e testi di canzoni.
È innegabile però che Stefano, spirito meditativo, fin dall'infanzia vive la costante attrattiva di un paesaggio che lo coinvolge a scoprire e assimilare sembianze sempre mutevoli nell'anfrattuosità della costa dell'Addaura, tra il mare e il monte, sul cui frontale i colori, a chiazze di terra e di grigi rocciosi, si mescolano con i muschi come in una tavolozza pregna di umori, dove il suo occhio attento sconfina, saziandosi affascinato, modellando il suo intimo a cogliere quelle sensazioni che diventano dominio della fantasia: fucina di espressioni e di forme che mette a fuoco sin da giovanissimo col segno e col colore.
A quindici anni scrive già versi sia in dialetto siciliano che in lingua e fa le sue prime esperienze di pittura utilizzando cartoni di riciclo, strumenti rudimentali e vernici di scarto e negli anni '50 inizia a dipingere un figurativo accademico di maniera, ma presto diviene preminente l'impulso di dedicarsi ad una pittura informale di ricerca finché approda a nuove forme di espressioni più avvertite dove l'impianto cromatico enuncia atmosfere dense di visioni fantastiche.
Frequenta l'ambiente artistico della sua città ed è sempre presente nelle varie manifestazioni di pittura e di poesia dove si fa notare per la sua spiccata versatilità e, impegnato in più fronti, partecipa a varie rassegne d'arte.
Nel 1956 partecipa al Premio Nazionale di poesia in lingua "Federico De Maria" a Palermo dove viene premiato con medaglia d'argento e nel 1958 si affaccia alla ribalta della musica leggera: iscritto alla S.I.A.E, compone testi e canzoni che partecipano a Concorsi e Festival a carattere nazionale. Scrive la canzone "Dimmi chi sei?" che vince il primo premio al "Concorso Voci e Canzoni Nuove" a Palermo.
Con la stessa canzone si classifica al secondo posto al Concorso Nazionale "Selespettacolo Milano", canzone che, successivamente, verrà arrangiata per grande orchestra dal Maestro Nello Segurini. In qualità di autore, partecipa, ai Festival della Canzone di Soverato, di Ariccia, e al concorso "Il Vulcano d'Oro" di Catania, meritando ampi consensi di pubblico e di critica.
Nel campo della pittura, negli anni '60, esaurito il filone esplorativo della specificità materica e coloristica, si fa pressante in lui il bisogno di concretizzare le immagini dando corpo ad un impressionismo fatto di approcci figurali intessuti nella materialità del colore che, a strati, si fonde lasciando la struttura dell'impianto erosa, con effetti timbrici e tonali di grande espressività.
Nel 1965 esordisce a Palermo con la sua prima mostra personale che dà l'abbrivio a tante altre mostre, allargando così il raggio espositivo oltre lo Stretto. Parallelamente alla pittura, nei momenti di ispirazione, si dedica alla poesia, inserendo suoi scritti in antologie e raccolte di liriche.
Negli anni '70 incontra Pedro Portugal, pittore boliviano che vive in Francia, artista di indiscussa personalità, che viene ad esporre a Palermo. È un incontro proficuo per lo scambio delle esperienze maturate da entrambi e di opinioni sull'arte contemporanea. Insieme all'artista boliviano ed in collaborazione con altri artisti e critici, Lo Cicero ha l'opportunità di esporre le sue opere, con mostre personali itineranti in alcune città della Francia e in Rassegne Internazionali e mostre collettive anche in alcune città della Bolivia.
Nel 1971 inaugura il suo Centro d'Arte "Lo Scoglio" alla presenza di autorevoli critici d'arte, con una esposizione di opere sue e del pittore Alfredo Avitabile di Napoli. In seguito lo stesso Centro d'Arte ospiterà in permanenza le sue ultime produzioni, unitamente ad opere di altri noti artisti, per una selezionata cerchia di collezionisti ed estimatori.
Nel 1974, in occasione di un gemellaggio avvenuto a Firenze, tra artisti siciliani e toscani, ha modo di intrattenersi con Ruggero Orlando, Renato Guttuso, Leonardo Sciascia ed altri prestigiosi esponenti della cultura e nel 1976 pubblica, per la "Casa Editrice Alba" di Ferrara, la sua prima raccolta di poesie in lingua italiana, con prefazione di Aldo Gerbino, corredata da riproduzioni di suoi dipinti e disegni inerenti al testo poetico. La silloge, dal titolo "Riflessioni" viene presentata da Nino Muccioli, Giovanni Cappuzzo e Lucio Zinna al Circolo della Stampa di Palermo, dove vengono anche esposte le opere riprodotte nella stessa silloge.
In quegli anni scopriamo anche un Lo Cicero grafico, sempre alla ricerca di nuove tecniche ed esperienze, un Lo Cicero in cui la viscerale autonomia che muove il tratto e amalgama l'impianto, pur restando ancorata a tradizioni conterranee, si sgancia diventando forza trainante di se stessa, verso una direzione personalizzata e determinante.
Nel 1979 realizza per la "Editrice Due Torri" di Bologna una cartella di tre acqueforti-tinte e nell'anno successivo una serigrafia per gli "Archivi della Serigrafia Italiana – Edizioni Bugatti" di Ancona.
Continua la sua attività pittorica partecipando a diversi premi, rassegne, collettive, estemporanee figurative, plastiche e murales a carattere regionale, nazionale ed internazionale, presentando anche mostre personali in diverse città, soprattutto in Francia e in Germania. Un suo sostenitore, che si reca spesso negli Stati Uniti, gli organizza anche un'esposizione a New York.
Altri stimoli inducono l'artista a modificare il suo procedere pittorico, e nella scia di un formalismo nuovo, nella struttura e nei contenuti, mette in risalto il suo senso percettivo del reale e dell'immaginario, dove la donna diventa simbolo e assurge ai crismi della imperscrutabilità. Colori fluidificanti germinano trasparenze intricate che l'artista capta, eleggendole a dimensione di immagini definite.
Negli anni '80, fare scultura, per Stefano Lo Cicero, diventa necessità preminente con la volontà di giungere a traguardi più espliciti. Scolpisce alacremente riversando nella materia tutto il suo ardore come a saziarsi di un desiderio mai sopito e ancora inappagato, che diviene caparbietà nel suo procedere. Come in preda ad un raptus ossessivo, esperimenta forme, manipola, scava e plasma i materiali più disparati che rispecchiano la sua dinamicità creativa.
Dalle argille alle arenarie, dalle radiche ai marmi, dalle pietre laviche alle fusioni miste, Lo Cicero ha tratto i suoi temi figurali, che in coesione armonica, abbracciano il suo status emotivo spingendolo a nutrirsi del suo stesso humus che lo proietta verso nuove dimensioni.
Nel 1981 realizza una cartella di incisioni dal titolo "Volti di Sicilia" per conto della "Galleria Karstad" di Köln in Germania, dove ha già presentato una sua personale e dove figurano in permanenza sue opere.
Dagli anni '80 al 2000 espone dipinti e sculture in varie città italiane (Viterbo, Livorno, Brescia, Genova, Arezzo, Milano), in alcune francesi (Paris, Nice, Nantes, Angers, La Rochelle, Cholet, Montecarlo) e in alcune tedesche (Köln, Düsseldorf, München, Frankfurt).
In quegli anni è preda di una inspiegabile crisi che lo tiene lontano da Palermo e gli impedisce di presentare nella sua città natale le sue opere pur restando forte, in lui, il desiderio di proporsi agli estimatori ed ai cultori d'arte.
È un momento di profonda riflessione per Lo Cicero. Senza abbandonare la pittura e la scultura, torna alla poesia: nel 1996 pubblica con la presentazione di Giovanni Cappuzzo, "Spiragghi di lustru", una raccolta di versi in dialetto siciliano, che si classifica al secondo posto al "Premio Internazionale di Poesia Città di Marineo".
Nel 1999, alla XXV edizione dello stesso concorso poetico, ottiene il primo premio con la nuova raccolta di liriche in vernacolo, "Cuda di dragu", con prefazione di Alfio Inserra; silloge pubblicata nello stesso anno dalla Edizione Thule.
L'alba del terzo millennio riporta l'artista alle sue antiche realtà, indirizzando le sue tendenze scultoree alla realizzazione di bassorilievi monocromatici di grande effetto. Stefano Lo Cicero rivive con rinnovato fervore lo spirito degli anni migliori avvertendo forte il desiderio di proporre ai suoi concittadini la sua composita produzione artistica realizzata nel tempo: grafica, pittura, tavole monocromatiche, sculture, versi e... musica.
Un universo che, al tempo stesso, è sintesi, spirito, creatività, emozioni... rapsodie dell'anima. Ed è proprio "Rapsodie dell'anima" il titolo della Monografia pubblicata in occasione della sua mostra antologica, con la quale si ripresenta, finalmente, a Palermo nel marzo del 2005, nei prestigiosi locali del Palazzo Branciforte. La mostra riscuote un enorme successo di pubblico e di critica e rappresenta, per Stefano Lo Cicero, l'abbrivio per una serie di mostre personali che si susseguono negli anni, a Ragusa, a Terrasini (PA), a Santa Croce Camerina (RG), dove fa la donazione di una sua scultura alla sezione AVIS della cittadina, ancora a Palermo alla Galleria Loft, a Monreale (PA), a Milano, dove realizza, nel 2010, due mostre personali.
Intanto, in qualità di cantautore, scrive diversi testi di canzoni sia in italiano che in siciliano, riscuotendo segnalazioni e proposte di incisione da alcune case discografiche; incide alcune sue composizioni musicate in un CD, pubblicato nell'anno 2011 con il titolo "Ricorda..." e registra alla S.I.A.E i diritti d'autore sia di questo che di altri, registrati con diverse sue canzoni e ballate. Alcune tra le sue canzoni sono inserite anche su Youtube. In qualità di poeta, continua a dedicarsi alla poesia, inserendo sue liriche in antologie, riviste ed almanacchi.
Nel 2014 si classifica finalista alla 40ª edizione del "Premio Città di Marineo", con la silloge inedita in lingua siciliana "Mutivi" che viene premiata, anche nella sezione in lingua siciliana del Premio Letterario "La campana di Burgio 2014". Nello stesso anno il Lo Cicero vince il "Premio alla carriera AsprAzzurra 2014". Ed infine, il 12 dicembre del 2014, presenta al Museo Archeologico Regionale P. Griffo di Agrigento, la personale "Morfologie del mito" che comprende una serie di sculture inedite. Pochi giorni dopo pubblica, con l'editrice Fondazione Thule Cultura, una nuova silloge di poesie in italiano "Segmenti memoriali", con prefazione di Salvatore Lo Bue e post-fazione di Tommaso Romano; raccolta di poesie che viene presentata a Palermo al Palazzo delle Aquile, con l'intervento di Giulio Cusumano, Assessore Comunale alla Cultura e, successivamente, nel marzo 2015, al Museo Archeologico Regionale P. Griffo di Agrigento in occasione del finissage della sua personale "Morfologie del mito". In questa mostra Lo Cicero presenta opere in marmo, pietra lavica, terracotta ma anche una serie di sculture realizzate con fusioni multiple di vari metalli, tra cui tungsteno, argentana, bronzo, nichel, rame.
Lo scrittore Vito Mauro pubblica sul "Settimanale di Bagheria 2015" e sulla rivista "Palermo Parla 2016" alcune pagine di riflessioni sulla silloge "Segmenti memoriali" del Lo Cicero che, nello stesso anno riceve anche un "Attestato di Lode" dall'International Vesuvian Academy per il Biennio Accademico 2014-2015 – Memorial "Vincenzo e Roberto Ranzino" durante una manifestazione a Palazzo delle Aquile di Palermo.
Viene anche menzionato nella pubblicazione del 2014 de "I Diaspri – Incontri di Artisti negli anni '80" di Giovanni Matta, Edizioni Thule. Nel marzo 2015 partecipa ad una collettiva, "Tratti e Ritratti per Tommaso Romano" nella quale tutti i partecipanti presentavano un ritratto da loro elaborato in onore del noto scrittore, editore e poeta, nell'occasione del suo 60° compleanno.
Nel mese di giugno riceve, dall'Empire International Club, un attestato come "Premio della Tradizione 2015 – Antonino D'Alia" per l'attività e la ricerca in campo artistico. È sponsor ufficiale del "Premio Mignosi 2015" e della manifestazione "A&D - Agricoltura è Donna" negli anni 2015-2016-2017 facendo dono ai premiati, di alcune sue litografie e, in occasione di queste ultime manifestazioni declamando anche alcuni suoi versi.
Nello stesso anno è invitato a partecipare, come lettore di sue poesie, a diverse manifestazioni, come "Il laboratorio culturale – L'albero d'oro", il "Premio 8 marzo 2015" presso la Galleria d'Arte Il Tempio, per la ricorrenza dell'anniversario della morte dell'amica e poeta Anna Maida Adragna, alle Mostre di pittura delle pittrici e amiche Maria Luisa Lippa, Antonella Affronti e Mariella Ramondo. Viene invitato a partecipare anche ad una collettiva in occasione del "Have Glamorous Weekend" al Circolo Ufficiali a Palermo.
Figura nell'Antologia "I poeti e la crisi" a cura di Giovanni Dino, antologia che viene presentata a Villabate (PA) nel gennaio 2016 e partecipa al "XII Raduno dei poeti nel Belice" declamando alcuni suoi versi. Nell'aprile dello stesso anno, in una sua mostra personale "Richiami del mito", alla Galleria "Spazio Contemporaneo Agorà", presenta al pubblico una collezione di sculture in metallo fuso e in marmo e pietre, accompagnate, queste ultime, dai bozzetti delle stesse opere. Il catalogo della mostra contiene le prefazioni del Prof. Salvo Ferlito e del Prof. Piero Longo; sarà quest'ultimo ad inaugurare la mostra stessa, che riceve ampio consenso di pubblico e di estimatori.
Nell'agosto dello stesso anno è invitato a partecipare a "BellezzArtEstetica" - Rassegna d'Arte Contemporanea - Polo Museale - Città di Ciminna. Nel giugno del 2017 partecipa al Reading Poetico "Idiomi poetici: versi dell'anima ed echi" alla Real Fonderia Oretea a Palermo, nel mese di giugno del 2018 riceve il Premio "Pietro Carrera" per la raccolta inedita di liriche in vernacolo siciliano "Raccami di ciatu" e nel dicembre dello stesso anno riceve il conferimento della "Benemerenza al Merito" dalla "Real Compagnia della Beata Maria Cristina di Savoia, Regina delle Due Sicilie".
Intanto si dedica alla registrazione di un Dvd che rispecchia la sua personalità di artista, come pittore e scultore, nonché di poeta e cantautore: le riprese sono ambientate lungo la costa dell'Addaura – tra Palermo e Mondello – nei luoghi che per lui, da sempre, sono stati fonte di ispirazione, tanto da dare a tale Dvd un titolo emblematico: "Addaura, Immagini, Musica, Parole". L'uscita ufficiale del prodotto avviene nel mese di dicembre 2018, nella sala del Piccolo Teatro Don Orione, a Palermo, con la presentazione della Prof.ssa Rita Cedrini e dei Prof.ri Marco Betta, Piero Longo e Tommaso Romano. Nello stesso mese esce la pubblicazione della sua ultima raccolta di poesie in siciliano "Raccami di ciatu", con prefazione di Giuseppe Manitta - Il Convivio Editore.
Nel marzo del 2019, in occasione della Giornata Mondiale della Poesia, riceve il "Premio Maria Fuxa" con la declamazione di una sua poesia, che verrà pubblicata in una antologia, insieme a quelle degli altri autori partecipanti alla manifestazione.
In aprile 2019 l'Associazione culturale "Ottagono Letterario" organizza, nella Sala Novecento dell'Hotel Joli a Palermo, un simposio culturale, durante il quale i critici Giuseppe Bagnasco e Marcello Scurria si sono espressi sulla sua poetica e sul DVD recentemente prodotto.
Nel maggio del 2019 durante la Settimana delle Culture, partecipa con alcune sue opere, alla mostra organizzata dalla "Pro Loco Nostra Donna del Rotolo" nella borgata di Vergine Maria, dove lui è nato e cresciuto e dove vive tutt'ora; borgata alla quale si vanta di appartenere, poiché proprio dai suoi paesaggi e dalle sue suggestioni ha tratto spesso l'ispirazione per molte sue opere sia nell'ambito della poesia e della musica che in quello delle arti figurative e plastiche.
A giugno del 2019, in occasione del suo 85° compleanno, presenta al pubblico la silloge "Raccami di ciatu", con interventi della Prof.ssa Francesca Luzzio e del Prof.re Alfio Inserra. La presentazione è seguita dalla personale "Miscellanea d'arte" che mostra i lavori più recenti di pittura, scultura, cromostruttura e grafica; entrambi gli eventi hanno luogo nella Sala Borsellino di Palazzo Iung, a Palermo dal 19 al 28 giugno. Nello stesso anno le autrici Di Prima, Caruso, Lanzara e Luzzio, lo invitano ad illustrare le loro favole, pubblicate dalle Edizioni Arianna, in una raccolta dal titolo "I colori delle parole" che si può vedere anche su Youtube.
Nel mese di settembre del 2020, dopo la ripresa delle manifestazioni artistiche e culturali che, fin dai primi mesi dell'anno, erano state sospese a causa del Covid '19, riceve il Premio istituzionale alla cultura "Concetta Settineri" durante una manifestazione alla Real Fonderia Oretea a Palermo.
Stefano Lo Cicero continua a frequentare costantemente l'ambiente artistico e culturale della sua città e della provincia ed è sempre presente nelle varie manifestazioni di poesia, di arte e di cultura in genere, dove si fa notare per la sua spiccata versatilità.
Vive ed opera presso il suo studio-centro d'arte "Lo Scoglio" lungo il litorale dell'Addaura, a Palermo.

Continua a frequentare assiduamente l’ambiente artistico ed è sempre presente nelle varie manifestazioni di arte, di poesia, di musica e di cultura in genere, dove si fa notare per la sua spiccata versatilità.